Tempus fugit

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La locuzione "tempus fugit" appare spesso in cima agli orologi a pendolo

La locuzione latina tempus fugit, tradotta letteralmente significa "il tempo fugge". Nell'italiano corrente viene anche tradotta come "il tempo vola".

L'espressione deriva da un verso delle Georgiche di Virgilio:

(LA)

«Sed fugit interea fugit irreparabile tempus»

(IT)

«Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo»

(Georgiche, III, 284, traduzione di Clemente Bondi)

Ed è presente in diverse liriche successive.

(LA)

«Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.[1]»

(IT)

«Mentre parliamo il tempo è già in fuga, come se provasse invidia di noi: cogli l'attimo, sperando il meno possibile nel domani.»

(Orazio)

«La vita fugge, et non s’arresta una hora, / et la morte vien dietro a gran giornate, / et le cose presenti et le passate / mi dànno guerra, et le future anchora»

(Francesco Petrarca)

«... intanto fugge / questo reo tempo»

(Ugo Foscolo, Alla sera)

La locuzione è presente anche nell'opera Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll.

Il tempus fugit è inoltre una filosofia di vita paragonabile al Carpe diem, secondo cui non si devono fare previsioni a lungo termine ma piuttosto, assumersi impegni da assolvere in breve tempo anche per riuscire a svolgerli al meglio perché, appunto, il tempo "fugge irreparabile" non permettendoci di risolvere cose già fatte, quindi bisogna cercare di vivere la vita come un insieme di possibili ultimi giorni, senza sprecare nemmeno un istante. Questa filosofia, spesso edonista, si ritrova in diversi poeti della tarda antichità.[2]

Note

  1. ^ Dispense dell'Università di Bologna sul "Carpe diem".
  2. ^ Ad esempio:

    «Piacere! Questo e nient’altro è la vita!
    Bando alle angosce. Breve è il tempo del vivere.
    Subito a me, vino, danze, corone di fiori e donne.
    Voglio godere oggi. Oscuro è il domani.»

    (Pallada, Antologia Palatina, V, 72)

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