Superficie parametrica

Disambiguazione – Se stai cercando il concetto della modellistica del clima, vedi Parametrizzazione (clima).
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Una parametrizzazione è un'applicazione, più nello specifico una funzione vettoriale, τ : V R n R m {\displaystyle \tau \colon V\subset \mathbb {R} ^{n}\longrightarrow \mathbb {R} ^{m}} infinitamente differenziabile in V {\displaystyle V} aperto e connesso. Per n = 2 {\displaystyle n=2} e m = 3 {\displaystyle m=3} l'immagine di questa applicazione è una superficie parametrizzata.

Una superficie parametrica è una superficie differenziabile rappresentata in un sistema di coordinate parametrico del tipo:

1 )   Σ : { x = ϕ ( u , v ) y = ψ ( u , v ) z = χ ( u , v ) . {\displaystyle 1)\ \Sigma :{\begin{cases}x=\phi (u,v)\\y=\psi (u,v)\\z=\chi (u,v).\end{cases}}}

Una superficie si dice regolare se soddisfa le seguenti proprietà:

  • ϕ ( u , v ) , ψ ( u , v ) , χ ( u , v ) C 1 ( A ) {\displaystyle \phi (u,v),\psi (u,v),\chi (u,v)\in C^{1}(A)} , cioè devono essere funzioni continue con derivata continua in un insieme aperto A {\displaystyle A} .
  • La matrice Jacobiana ( ϕ , ψ , χ ) ( u , v ) = [ ϕ u ψ u χ u ϕ v ψ v χ v ] {\displaystyle {\frac {\partial (\phi ,\psi ,\chi )}{\partial (u,v)}}={\begin{bmatrix}\phi _{u}&\psi _{u}&\chi _{u}\\\phi _{v}&\psi _{v}&\chi _{v}\end{bmatrix}}} , abbia rango uguale a due, cioè le derivate non si annullino mai in uno stesso punto. Questa proprietà equivale a che la somma dei quadrati dei minori di ordine due sia positiva.
  • La corrispondenza tra V {\displaystyle V} e R 3 {\displaystyle \mathbb {R} ^{3}} sia iniettiva.

Linee coordinate

Una superficie è un oggetto bidimensionale che vive nello spazio tridimensionale, per questo motivo i punti della superficie sono identificati da tre variabili: al variare dei punti ( u , v ) {\displaystyle (u,v)} nel dominio A {\displaystyle A} si trovano i punti dello spazio ( x , y , z ) {\displaystyle (x,y,z)} . Le variabili u , v {\displaystyle u,v} sono dette parametri coordinati.

Se sul dominio A {\displaystyle A} si considera un punto t 0 {\displaystyle t_{0}} , per esso passeranno due curve: u ( t 0 ) = u 0 , v ( t 0 ) = v 0 {\displaystyle u(t_{0})=u_{0},v(t_{0})=v_{0}} . In corrispondenza a questo punto sulla superficie vi sarà un punto:

( x 0 , y 0 , z 0 ) = ( x ( u 0 , v 0 ) , y ( u 0 , v 0 ) , z ( u 0 , v 0 ) ) . {\displaystyle (x_{0},y_{0},z_{0})=(x(u_{0},v_{0}),y(u_{0},v_{0}),z(u_{0},v_{0})).}

Cioè:

2 )   { x = ϕ ( u 0 , v 0 ) y = ψ ( u 0 , v 0 ) z = χ ( u 0 , v 0 ) . {\displaystyle 2)\ {\begin{cases}x=\phi (u_{0},v_{0})\\y=\psi (u_{0},v_{0})\\z=\chi (u_{0},v_{0}).\end{cases}}}

Pensiamo allora di ricavare le tangenti e le normali in questo punto. Fissiamo prima un valore dei parametri coordinati e poi l'altro, otterremo una famiglia di curve, che si chiamano linee coordinate (che possono essere anche ortogonali):

3 )   { ϕ ( u , v 0 ) , ψ ( u , v 0 ) , χ ( u , v 0 ) ϕ ( u 0 , v ) , ψ ( u 0 , v ) , χ ( u 0 , v ) . {\displaystyle 3)\ {\begin{cases}\phi (u,v_{0}),\psi (u,v_{0}),\chi (u,v_{0})\\\phi (u_{0},v),\psi (u_{0},v),\chi (u_{0},v).\end{cases}}}

Da queste possiamo ricavare i vettori tangenti derivando:

4 )   { T u = { ϕ u ( u , v 0 ) , ψ u ( u , v 0 ) , χ u ( u , v 0 ) } T v = { ϕ v ( u 0 , v ) , ψ v ( u 0 , v ) , χ v ( u 0 , v ) } {\displaystyle 4)\ {\begin{cases}{\vec {T}}_{u}=\{\phi _{u}(u,v_{0}),\psi _{u}(u,v_{0}),\chi _{u}(u,v_{0})\}\\{\vec {T}}_{v}=\{\phi _{v}(u_{0},v),\psi _{v}(u_{0},v),\chi _{v}(u_{0},v)\}\end{cases}}}

e i vettori normali:

5 )   n = ± T u × T v . {\displaystyle 5)\ {\vec {n}}=\pm {\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v}.}

I versori normali sono dati:

6 )   n ^ = ± T u × T v ( T u × T v ) 2 . {\displaystyle 6)\ {\hat {n}}=\pm {\frac {{\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v}}{\sqrt {({\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v})^{2}}}}.}

Piano tangente

Una superficie regolare parametrica ammette sempre piano tangente in un punto P 0 = ( x 0 , y 0 , z 0 ) {\displaystyle P_{0}=(x_{0},y_{0},z_{0})} dato dalla:

7 )   | x x 0 y y 0 z z 0 ϕ u ( u 0 , v 0 ) ψ u ( u 0 , v 0 ) χ u ( u 0 , v 0 ) ϕ v ( u 0 , v 0 ) ψ v ( u 0 , v 0 ) χ v ( u 0 , v 0 ) | = 0. {\displaystyle 7)\ {\begin{vmatrix}x-x_{0}&y-y_{0}&z-z_{0}\\\phi _{u}(u_{0},v_{0})&\psi _{u}(u_{0},v_{0})&\chi _{u}(u_{0},v_{0})\\\phi _{v}(u_{0},v_{0})&\psi _{v}(u_{0},v_{0})&\chi _{v}(u_{0},v_{0})\end{vmatrix}}=0.}

Il piano tangente ad una superficie parametrica è un sottospazio vettoriale di dimensione 2. Questo piano, ha la proprietà di contenere i vettori tangenti a tutte le curve situate sulla superficie e passanti per il punto considerato.

L'ipotesi di regolarità della superficie parametrica, implica l'esistenza di un piano tangente in ogni punto della superficie. Si parla di piano tangente in P {\displaystyle P} a S {\displaystyle S} , altrimenti denotato con T P S {\displaystyle T_{P}S} .

Il piano tangente è indipendente dalla parametrizzazione usata.

Prima forma differenziale di Gauss

A questo punto possiamo considerare il problema di come si rappresentano le curve tracciate sulla superficie 2 ) {\displaystyle 2)} , cioè alle proprietà metriche della superficie e fondamentale il calcolo di area di una superficie. Per fare questo prendiamo il vettore tangente del piano A {\displaystyle A} , nel punto t 0 {\displaystyle t_{0}} : u ( t 0 ) , v ( t 0 ) {\displaystyle u'(t_{0}),v'(t_{0})} . A questo vettore corrisponde un vettore tangente sulla superficie Σ {\displaystyle \Sigma } :

u ( t 0 ) T u + v ( t 0 ) T v . {\displaystyle u'(t_{0})\cdot T_{u}+v'(t_{0})\cdot T_{v}.}

Come si modifica la lunghezza di questo vettore sulla superficie? Costruiamo il differenziale del vettore:

8 )   d s 2 = d x 2 + d y 2 + d z 2 = ( x u d u + x v d v ) 2 + ( y u d u + y v d v ) 2 + ( z u d u + z v d v ) 2 . {\displaystyle 8)\ ds^{2}=dx^{2}+dy^{2}+dz^{2}=\left({\frac {\partial x}{\partial u}}du+{\frac {\partial x}{\partial v}}dv\right)^{2}+\left({\frac {\partial y}{\partial u}}du+{\frac {\partial y}{\partial v}}dv\right)^{2}+\left({\frac {\partial z}{\partial u}}du+{\frac {\partial z}{\partial v}}dv\right)^{2}.}

Ora dobbiamo eseguire i quadrati con la sostituzione: x u d u = ϕ u ( u , v ) d u {\displaystyle {\frac {\partial x}{\partial u}}du=\phi _{u}(u,v)du} e così via per tutte le derivate, otteniamo la prima forma differenziale di Gauss:

9 )   d s 2 = E d u 2 + 2 F d u d v + G d v 2 , {\displaystyle 9)\ ds^{2}=Edu^{2}+2Fdudv+Gdv^{2},}

dove:

10 )   E = T u 2 = ϕ u 2 + ψ u 2 + χ u 2 , {\displaystyle 10)\ E=\|T_{u}\|^{2}=\phi _{u}^{2}+\psi _{u}^{2}+\chi _{u}^{2},}

10 )   F = T u , T v = ϕ u ϕ v + ψ u ψ v + χ u χ v , {\displaystyle 10)\ F=\langle T_{u},T_{v}\rangle =\phi _{u}\cdot \phi _{v}+\psi _{u}\cdot \psi _{v}+\chi _{u}\cdot \chi _{v},}

10 )   G = T v 2 = ϕ v 2 + ψ v 2 + χ v 2 . {\displaystyle 10)\ G=\|T_{v}\|^{2}=\phi _{v}^{2}+\psi _{v}^{2}+\chi _{v}^{2}.}

Allo stesso risultato potevamo arrivare prendendo il prodotto scalare: u v {\displaystyle {\vec {u}}\cdot {\vec {v}}} .

Si chiama prima forma fondamentale, e si indica con I {\displaystyle I} , la restrizione del prodotto scalare di E 3 {\displaystyle E^{3}} su T P S {\displaystyle T_{P}S} . Allora la lunghezza di un segmento sulla superficie è:

11 )   L u n g ( x ( u ( t 1 ) , v ( t 2 ) ) y , z ) = t 1 t 2 E u 2 + 2 F u v + G v 2   d t . {\displaystyle 11)\ \mathrm {Lung} (x(u(t_{1}),v(t_{2}))y,z)=\int _{t_{1}}^{t_{2}}{\sqrt {Eu'^{2}+2Fu'v'+Gv'^{2}}}\ dt.}

Ora ci chiediamo come si trasforma un elemento di superficie d S {\displaystyle dS} :

12 )   d S = | T u d u × T v d v | = | T u × T v | d u d v {\displaystyle 12)\ dS=|T_{u}\cdot du\times T_{v}\cdot dv|=|T_{u}\times T_{v}|dudv}

Quadrando la 12), otteniamo proprio le 10). Dunque l'elemento di superficie si trasforma:

13 )   d S = E G F 2   d u d v , {\displaystyle 13)\ dS={\sqrt {EG-F^{2}}}\ dudv,}

dove I G = E G F 2 {\displaystyle I_{G}=EG-F^{2}} è la prima forma quadratica di Gauss o prima forma differenziale di Gauss.

Da questa è possibile calcolare l'area di una superficie:

A r e a ( Σ ) = A d S = A E G F 2   d u d v {\displaystyle Area(\Sigma )=\iint _{A}dS=\iint _{A}{\sqrt {EG-F^{2}}}\ dudv}

e anche un qualsiasi integrale di superficie:

I = A f ( x , y , z ) d S = A F ( x ( u , v ) , y ( u , v ) , z ( u , v ) ) E G F 2   d u d v . {\displaystyle I=\iint _{A}f(x,y,z)dS=\iint _{A}F(x(u,v),y(u,v),z(u,v)){\sqrt {EG-F^{2}}}\ dudv.}

Da queste due ultime osservazioni circa il calcolo degli integrali, si vede che la prima forma differenziale di Gauss è un determinante:

det ( E F F G ) = E G F 2 {\displaystyle \det {\begin{pmatrix}E&F\\F&G\end{pmatrix}}=EG-F^{2}}

e poiché i coefficienti non sono altro che i coefficienti di una metrica sulla superficie allora questa matrice è un tensore metrico.

Seconda forma differenziale di Gauss

La seconda forma quadratica è una proprietà intrinseca della superficie, e rappresenta le proprietà di curvatura della stessa. Essa può essere ricavata direttamente dalla prima forma differenziale di Gauss e dai vettori tangente e normale.

Sia dunque n ^ {\displaystyle {\hat {n}}} il versore normale ottenibile dal vettore normale:

n = ± T u × T v n ^ = ± T u × T v ( T u × T v ) 2 . {\displaystyle {\vec {n}}=\pm {\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v}\Longrightarrow {\hat {n}}=\pm {\frac {{\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v}}{\sqrt {({\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v})^{2}}}}.}

Dalla prima forma differenziale di Gauss:

n ^ = ± T u × T v E G F 2 . {\displaystyle {\hat {n}}=\pm {\frac {{\vec {T}}_{u}\times {\vec {T}}_{v}}{\sqrt {EG-F^{2}}}}.}

Allora i coefficienti della seconda forma differenziale di Gauss:

T u u n ^ = L {\displaystyle {\vec {T}}_{uu}\cdot {\hat {n}}=L}
T u v n ^ = M {\displaystyle {\vec {T}}_{uv}\cdot {\hat {n}}=M}
T v v n ^ = N {\displaystyle {\vec {T}}_{vv}\cdot {\hat {n}}=N}

Da cui otteniamo la seconda forma differenziale (o quadratica) di Gauss:

I I G = L ( d u ) 2 + 2 M d u d v + N ( d v ) 2 . {\displaystyle II_{G}=L(du)^{2}+2Mdudv+N(dv)^{2}.}

Dunque li possiamo esplicitare:

L = | x u u x u x v y u u y u y v z u u z u z v | E G F 2 {\displaystyle L={\frac {\begin{vmatrix}x_{uu}&x_{u}&x_{v}\\y_{uu}&y_{u}&y_{v}\\z_{uu}&z_{u}&z_{v}\end{vmatrix}}{\sqrt {EG-F^{2}}}}}
M = | x u v x u x v y u v y u y v z u v z u z v | E G F 2 {\displaystyle M={\frac {\begin{vmatrix}x_{uv}&x_{u}&x_{v}\\y_{uv}&y_{u}&y_{v}\\z_{uv}&z_{u}&z_{v}\end{vmatrix}}{\sqrt {EG-F^{2}}}}}
N = | x v v x u x v y v v y u y v z v v z u z v | E G F 2 . {\displaystyle N={\frac {\begin{vmatrix}x_{vv}&x_{u}&x_{v}\\y_{vv}&y_{u}&y_{v}\\z_{vv}&z_{u}&z_{v}\end{vmatrix}}{\sqrt {EG-F^{2}}}}.}

Curvature normali

Si chiama curvatura normale della superficie Σ {\displaystyle \Sigma } in un punto P {\displaystyle P} nella direzione della linea u {\displaystyle u} e della linea v {\displaystyle v} rispettivamente, la funzione:

k ( P , u ) = I I G ( u u , u u ) {\displaystyle k(P,u)=I\!I_{G}\left({\frac {u}{\|u\|}},{\frac {u}{\|u\|}}\right)}
k ( P , v ) = I I G ( v v , v v ) . {\displaystyle k(P,v)=I\!I_{G}\left({\frac {v}{\|v\|}},{\frac {v}{\|v\|}}\right).}

Curvature principali e curvatura di Gauss

Lo stesso argomento in dettaglio: Operatore di Weingarten.

Sono dette curvature principali i due valori, massimo e minimo, della curvatura normale corrispondenti ai due versi del piano tangente (a seguito dei due versori normali). Indicando con k 1 ( P ) , k 2 ( P ) {\displaystyle k_{1}(P),k_{2}(P)} le curvature principali di una superficie in un punto P {\displaystyle P} , allora si chiama curvatura Gaussiana o curvatura totale:

K ( P ) = k 1 ( P )   k 2 ( P ) {\displaystyle K(P)=k_{1}(P)\ k_{2}(P)}

e definiamo anche la curvatura media:

H ( P ) = k 1 ( P ) + k 2 ( P ) 2 . {\displaystyle H(P)={\frac {k_{1}(P)+k_{2}(P)}{2}}.}

Per quanto riguarda la curvatura di Gauss, è in generale difficile trovare le due direzioni secondo le quali le curvature principali sono valori massimi e minimi. Il criterio è fornito dall'utilizzo dell'operatore di Weingarten.

Conseguenze

Dalle forme differenziali di Gauss possiamo ricavare molte informazioni riguardo alle caratteristiche geometriche delle superfici parametriche:

  1. La curvatura delle curve sulla superficie segue dal teorema di Meusnier e dall'operatore di Weingarten.
  2. La curvatura della superficie segue dal theorema egregium di Gauss.
  3. Teorema di Dupin.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • (EN) Eric W. Weisstein, Superficie parametrica, su MathWorld, Wolfram Research. Modifica su Wikidata
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