Roberto Succo

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Roberto Succo
Foto di Roberto Succo nel giorno dell'arresto
SoprannomiIl Cherubino Nero, Il Mostro di Mestre, Il Killer dagli Occhi di Ghiaccio, L'Assassino della Luna Piena
NascitaVenezia, 3 aprile 1962
MorteVicenza, 23 maggio 1988
Vittime accertate7
Periodo omicidi12 aprile 1981; 2 aprile 1987 - 28 gennaio 1988
Luoghi colpitiItalia, Francia, Svizzera
Metodi uccisioneAssalto con arma bianca e arma da fuoco, accoltellamento
Altri criminiDetenzione illegale di armi da fuoco, tentato omicidio, evasione, tentata evasione, stupro, rapina, sequestro di persona, violazione di domicilio, occultamento di cadavere
ArrestoSanta Lucia di Piave, 28 febbraio 1988
ProvvedimentiIncarcerazione (morto suicida in una cella del carcere di massima sicurezza "San Pio X" di Vicenza)
Periodo detenzione28 febbraio 1988 - 23 maggio 1988
Manuale

Roberto Succo (Venezia, 3 aprile 1962 – Vicenza, 23 maggio 1988) è stato un serial killer italiano.[1]

Biografia

L'omicidio dei genitori

Succo era uno studente di quinta D del liceo scientifico Morin a Mestre, il 12 aprile 1981, all'età di 19 anni, uccise i genitori, accoltellando per 32 volte la madre Maria e, dopo averne atteso in casa per tutto il giorno il ritorno, colpendo col retro di un'accetta il padre Nazario nella loro casa di via Terraglio, 296. Dopo aver ucciso i genitori, ne occultò i cadaveri nella vasca da bagno piena d'acqua. Li uccise perché non gli facevano usare l'Alfasud di loro proprietà.

Fuggì poi da Mestre,[2] ma le indagini sull'omicidio dei genitori vennero indirizzate subito su di lui, che due giorni più tardi venne arrestato all'uscita di una pizzeria a San Pietro al Natisone, poco lontano dal confine con la Jugoslavia, dopo che era tornato brevemente sul luogo dell'omicidio.

Dichiarato infermo di mente dal tribunale (poiché affetto da schizofrenia paranoide e da disturbo antisociale di personalità), venne condannato a 10 anni e internato nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia.

Fuga e latitanza in Francia

Il 17 maggio 1986 approfittando di un permesso, evase dall'ospedale facendo perdere le proprie tracce. Fino al momento della fuga aveva tenuto un comportamento normale, diplomandosi e dando impressione di aver ritrovato un certo equilibrio mentale, tanto da ricevere il parere positivo in molte visite dai medici e dagli psichiatri che concessero il benestare ai permessi.[3]

Dopo la fuga dall'Italia, si rifugiò in Francia con documenti falsi e il cognome cambiato in "Kurt"[4]. Qui commise altri cinque omicidi (un brigadiere della Gendarmeria Nazionale Francese, un medico, un ispettore di polizia e due donne[5][6]).

Ritorno in Italia e morte

Dalla Francia, attraversò la Svizzera e tornò in Italia e, il 28 febbraio 1988, venne arrestato dalla polizia italiana in Veneto, in località Bocca di Strada di Santa Lucia di Piave.[2]

Tentò nuovamente di evadere dal carcere di Santa Bona di Treviso, improvvisando una conferenza stampa sul tetto del penitenziario con molta gente accorsa intorno al carcere.[7] Il 9 maggio 1988, l'Italia rifiutò di estradarlo in Francia e venne nuovamente dichiarato irresponsabile dagli psichiatri, diagnosticato come "schizofrenico paranoico".

Nella notte tra il 22 e il 23 maggio 1988, nel carcere San Pio X di Vicenza venne ritrovato morto, soffocato con un sacchetto di plastica riempito di gas.[8]

Elenco delle vittime

  • Maria e Nazario Succo, suoi genitori uccisi a Mestre il 12 aprile 1981.
  • André Castillo, brigadiere della gendarmeria ucciso a Tresserve (Savoia) il 2 aprile 1987, il cadavere fu ritrovato a Veyrier-du-Lac (Alta Savoia) e la sua auto a Losanna (Svizzera).
  • France Vu-Dinh, uccisa a Annecy (Alta Savoia) il 27 aprile 1987; il corpo non è stato mai ritrovato.
  • Michel Astoul, ucciso forse a Sisteron (Alpi dell'Alta Provenza) il 27 aprile 1987; il corpo fu ritrovato solo il 28 ottobre seguente a Epersy (Savoia).
  • Claudine Duchosal, violentata e uccisa a Menthon-Saint-Bernard (Alta Savoia) il 24 ottobre 1987.
  • Michel Morandin, ispettore della gendarmeria ucciso a Tolone (Var) il 28 gennaio 1988. Il suo collega Claude Aiazzi rimase ferito.

Influenza culturale

Note

  1. ^ L'assassino che divenne un serial killer dopo essere evaso, su Il Post, 11 maggio 2023. URL consultato il 12 maggio 2023.
  2. ^ a b ASSASSINO PER SEI VOLTE 'SI' , UCCIDERE MI PIACE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 1º marzo 1988. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  3. ^ Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, Serial killer. Storie di ossessione omicida
  4. ^ Succo, il killer dagli occhi di ghiaccioche terrorizzò Mestre e la Francia, Il Gazzettino, 18 agosto 2013.
  5. ^ (FR) La cavale de Roberto Succo, in LExpress.fr, 3 aprile 2008. URL consultato il 2 gennaio 2018.
  6. ^ E' UN ITALIANO IL RICERCATO N. 1 IN FRANCIA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 12 febbraio 1988. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  7. ^ L' ULTIMA IMPRESA DI RAMBO-KILLER - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 2 marzo 1988. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  8. ^ ' MEGLIO MORTO CHE PRIGIONIERO' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 24 maggio 1988. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  9. ^ a b Il Succo della follia un poliziesco d'antan - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 3 settembre 2002. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  10. ^ Stefano Cassetti, storia di un attore per caso - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 15 maggio 2001. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  11. ^ Le follie di «Roberto Succo», killer italiano
  12. ^ (EN) Stefano Cassetti, su www.stefanocassetti.com. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  13. ^ Copia archiviata, su diaphana.fr. URL consultato il 10 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2009).
  14. ^ (FR) Au bout de l'enquête, la fin du crime parfait ? Affaire Roberto Succo / Agnès Grossmann, 21 gennaio 2023. URL consultato il 12 dicembre 2023.

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