Insurrezione della Marina cilena

Insurrezione della Marina cilena
Il bombardamento di Coquimbo
Data31 agosto - 7 settembre 1931
LuogoMare del Cile, Regione di Coquimbo, Provincia di Concepción
EsitoVittoria dei governativi
Schieramenti
Bandiera del Cile Cile
Bandiera del Cile Ejército de Chile
Bandiera del Cile Rivoltosi
Armada de Chile
Effettivi
  • 40 000 uomini
  • 4 450 marinai
  • 1 corazzata
  • 3 incrociatori
  • 7 sommergibili
  • 2 cacciatorpediniere
  • naviglio vario
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    Manuale

    L'insurrezione della Marina cilena fu una rivolta con protagonisti i marinai delle Squadre navali di Coquimbo e Talcahuano dell'Armada de Chile tra il 31 agosto e il 7 settembre 1931.

    Storia

    Il movimento nacque come un forte segno di protesta contro i tagli salariali, che erano state decretate dal governo del vicepresidente Manuel Trucco, tra crisi economica e politica che stava attraversando il Cile per la Grande depressione. Furono accusati come responsabili, in alternativa, comunisti e socialisti da un lato e sostenitori del deposto leader nazionalista Carlos Ibáñez del Campo dall'altro.

    La nave ammiraglia della flotta ammutinata era la corazzata Almirante Latorre; la flotta era composta da 14 navi tra cui l'incrociatore corazzato O'Higgins per un totale di 53 005 tonnellate e circa 2 750 membri di equipaggio. La rivolta si propagò alla "Squadra del Sud" di stanza a Talcahuano, composta da nove navi tra cui l'incrociatore protetto Blanco Encalada e sei sottomarini, per un totale di 36 040 tonnellate con circa 1 700 marinai.

    Dopo il sequestro di navi e basi, gli equipaggi presentarono una petizione alle autorità, e il governo avviò un negoziato per diversi giorni. Fu lo stesso presidente Juan Esteban Montero, a supervisionare la gestione governativa della crisi.

    Nel corso dei negoziati i ribelli aggiunsero richieste sempre più generali, relative alla crisi del Paese. Già il 4 settembre, dopo l'ultimatum del governo alla vigilia di attacco, i ribelli avevano apertamente espresso la speranza che il movimento acquisisse caratteristiche di rivoluzione sociale.

    A partire dal 5 settembre marinai cominciarono a essere attaccati da forze governative dell'Ejército de Chile, cui risposero con una breve resistenza armata. Dopo aver subito attacchi a Coquimbo e Talcahuano e anche un bombardamento della Fuerza Aérea de Chile il 6 settembre, gli equipaggi capitolarono.

    La corte marziale inflisse sei condanne a morte, 120 in carcere ed espulsi dalla Marina più di 800 persone tra marinai e lavoratori dei cantieri.

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