Guglielmo di Nogaret

Guglielmo di Nogaret

Guglielmo di Nogaret (Saint-Félix-Lauragais, 1260 – 11 aprile 1313) è stato un giurista francese.

Fu Cancelliere di Filippo il Bello, ed autore di vari rinomati scritti teorici che insistevano sull'autonomia del potere regio rispetto a qualunque altro potere.

Diresse la politica del Re di Francia contro Papa Bonifacio VIII, che umiliò ad Anagni nel 1303, ed ebbe un ruolo fondamentale nel processo di soppressione dell'Ordine dei Templari nel 1312. È considerato, con Pierre Dubois, il fondatore della dottrina del Regalismo, secondo la quale ciascun sovrano non ha mai superiori nel suo territorio, un concetto che nel XIV secolo fece tramontare idee fino ad allora universali come quella della supremazia del Papato o dell'Imperatore del Sacro Romano Impero.

La controversia con Bonifacio VIII

Il Re di Francia Filippo IV il Bello ormai fortemente indebitato, era alla continua ricerca di denaro per finanziare il suo apparato statale e il suo esercito. Da questo punto di vista, Guglielmo di Nogaret si rivelò un abile consigliere. Con la sua consulenza anche legale, diresse la controversia contro il Papa sul denaro destinato alla Chiesa, che Filippo IV voleva incamerare nelle casse dello stato francese. L'apice del conflitto si raggiunse quando Guglielmo da Nogaret, che aveva avuto il nonno paterno bruciato sul rogo come esponente dei catari, aiutato da Sciarra Colonna, umiliò papa Bonifacio VIII ("lo schiaffo di Anagni") imprigionandolo nella sua residenza ad Anagni. Il papa fu liberato dalla popolazione locale, ma morì poco dopo.[1].

Secondo un'altra teoria, lo schiaffo summenzionato sarebbe da intendersi in senso morale e quindi allegorico, anziché come colpo fisico effettivamente inferto (cosiddetto schiaffo morale). Infatti, il Papa, vessato ed umiliato, fu schiaffeggiato moralmente subendone danni fisici che lo portarono effettivamente a morire.

La lotta contro i templari

Un altro importante contributo nella direzione della politica del re Guglielmo di Nogaret lo diede accusando di eresia i Templari: dopo aver raccolto informazioni sull'ordine del Tempio grazie ad alcune spie da lui infiltrate edificò un notevole impianto accusatorio (basato su mezze verità e menzogne vere e proprie) volto ad impressionare l'opinione pubblica del tempo. Vi riuscì grazie alla connivenza dell'Inquisizione francese che, grazie all'uso della tortura, riuscì ad estorcere false confessioni di eresia ai frati guerrieri. Il Papa Clemente V si rese subito conto di tali macchinazioni e per questo destituì per intero l'Inquisizione francese, delegittimando così la loro inchiesta. Leggende e misteri sull'ordine dei Templari si sono sviluppati fin dall'età moderna ma soprattutto nei secoli XIX e XX, centinaia di anni dopo i fatti (quindi senza prove ma accomunate dall'odio verso la Chiesa). Secondo una cronaca francese scritta molto dopo i fatti, il Gran Maestro dei templari Jacques de Molay, prima di morire sul rogo, chiamò a rispondere delle loro colpe davanti al Tribunale di Dio il re di Francia Filippo IV il Bello e lo stesso papa Clemente V che li aveva abbandonati.[2]

Titoli Nobiliari e cariche politiche

Guglielmo di Nogaret ebbe natali nobili. Distinguendosi a corte con le sue doti di consigliere e militare, otterrà altri privilegi e terre, come i feudi di Vannages e Calvisson ed in seguito la carica di Guardasigilli del re intorno al 1307. Negli stessi anni avendo un ruolo di rilievo nell'azione politica del sovrano francese: otterrà altri domini e patrimoni grazie alla politica di espulsione dalla Francia degli Ebrei di Linguadoca iniziata già nel 1306. Con la soppressione dell'Ordine dei Templari otterrà altri titoli e numerose contee in Francia ed in Italia. Curiosamente varie località passate a suo privato dominio prenderanno da lui il proprio nome, come Nogaré a nord di Treviso.

Nel 1309 Guglielmo di Nogaret fu nominato Cancelliere di Francia.[3]

La morte

La morte di Guglielmo di Nogaret è avvolta dal mistero della storia. Nel processo imbastito nei confronti dell'Ordine dei Templari egli ebbe molte responsabilità, come ne ebbe nell'episodio dello schiaffo di Anagni, certamente mai dimenticato dal Clero di allora. Guglielmo di Nogaret poteva avere quindi numerosi nemici, anche a corte, sebbene siano ignote le reali cause che portarono alla sua morte, avvenuta nell'aprile 1313, un anno prima cioè del rogo del Gran Maestro dei Templari. Gli altri due protagonisti della fine dei Templari, invece, morirono successivamente a tale evento e alla leggendaria maledizione dei Templari.[4]

Clemente V morì improvvisamente a Roquemaure-Gard il 20 aprile 1314 dopo 33 giorni da quel tragico rogo di Parigi.[5]

Filippo IV il Bello, detto il Falsario, morì in maniera altrettanto improvvisa a Fontainebleau, il 29 novembre 1314, si narra, in seguito alle conseguenze di una strana e misteriosa caduta da cavallo occorsa mentre partecipava ad una battuta di caccia, che nessun testimone vide.[6]

Note

  1. ^ Si veda: Lo schiaffo di Anagni
  2. ^ Quando fu scritta questa cronaca, già si sapeva che il sovrano ed il pontefice erano morti nel corso dello stesso anno, il Papa circa il mese dopo, ad Aprile, ed il Re a Novembre di quello stesso anno.
  3. ^ Si veda: Guglielmo di Nogaret su Treccani [1]
  4. ^ Si veda: La maledizione dei templari [2]
  5. ^ Le cronache dell'epoca riportano che il Papa morì di dissenteria, a causa di un’indigestione, ma qualcuno riporta la testimonianza del Papa sul letto di morte con i lineamenti stravolti e la lingua nera, chiaro sintomo di avvelenamento.
  6. ^ Filippo IV consentì la soppressione dell'Ordine dei Templari proprio per impadronirsi delle loro immense ricchezze e liberarsi al contempo del suo principale creditore; ma mentre la lotta contro i Templari era ancora nel suo pieno sviluppo Filippo il Bello moriva.

Bibliografia

  • (EN) Elizabeth A. R. Brown, "Philip the Fair and His Ministers: Guillaume de Nogaret and Enguerran de Marigny", in The Capetian Century, 1214-1314, a cura di William Chester Jordan, Jenna Rebecca Phillips, Turnhout, Brepols, 2017, pp. 185-218.
  • (FR) Elizabeth A. R. Brown, "Veritas à la cour de Philippe le Bel de France: Pierre Dubois, Guillaume de Nogaret et Marguerite Porete', in La vérité. Vérité et crédibilité: construire la vérité dans le système de communication de l'Occident (XIIIe-XVIIe siècle), a cura di J.-P. Genet, Paris, Publications de la Sorbonne, 2016, pp. 425-445.
  • P. Fedele, « Per la storia dell'attentato di Anagni », Bulletino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo, 41, 1921, pp. 195–232 .
  • (FR) Sébastien Nadiras, Guillaume de Nogaret et la pratique du pouvoir, tesi dell'École des chartes, 2003.
  • Franklin J. Pegues, The Lawyers of the Last Capetians, Princeton, 1962.
  • (DE) Robert Holtzmann, Wilhelm von Nogaret. Rat und grosssiegelbewahrer Philipps des Schönen von Frankreich, Freiburg, 1898, online.
  • (FR) Bernard Moreau, Julien Théry-Astruc, a cura di, La royauté capétienne et le Midi au temps de Guillaume de Nogaret, Nîmes, éd. La Fenestrelle, 2015, ISBN|979-10-92826-34-0.
  • (FR) Bernard Moreau, a cura di, Guillaume de Nogaret, un languedocien au service de la monarchie capétienne. Actes du colloque de Nîmes, 20 janvier 2012, Nîmes, Lucie Éditions, 2012 ISBN|978-2-35371-293-9.
  • Ernest Renan, « Guillaume de Nogaret », Histoire littéraire de la France, t. XXVII, 1877, pp. 233–371.
  • (FR) Julien Théry, "Philippe le Bel, pape en son royaume", L'Histoire, 289, 2004, pp. 14-17, online.
  • Théry, "Allo scoppio del conflitto tra Bonifacio e Filippo il Bello : l'affare Saisset", dans I poteri universali e la fondazione dello Studium Urbis. Il pontefice Bonifacio VIII dalla Unam sanctam allo schiaffo di Anagni, éd. G. Minnucci, Rome, Monduzzi, 2008, p. 21-68, da leggere e scaricare online.
  • (FR) Théry, "Le pionnier de la théocratie royale : Guillaume de Nogaret et les conflits de Philippe le Bel avec la papauté", in Guiillaume de Nogaret. Un Languedocien au service de la monarchie capétienne, a cura di Bernard Moreau, Nîmes, Lucie éditions, 2012, p. 101-128, da leggere e scaricare online.

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