Esostosi multipla

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Esostosi multipla ereditaria
Gambe di un individuo di 26 anni con deformità multiple.
Malattia rara
Cod. esenz. SSNRNG050
Specialitàgenetica clinica
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM756.59
OMIM133700, 600209 e 133701
MeSHD005097
Sinonimi
Osteocondromi multipli ereditari
Radiografia di perone e tibia sx di individuo di 15 anni affetto dalla malattia
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Con il termine osteocondromi multipli ereditari (HMO), in precedenza esostosi multipla ereditaria (HME o EME), si definisce una malattia genetico caratterizzato dalla crescita di osteocondromi multipli, tumori ossei ricoperti di cartilagine che crescono verso l'esterno dalle metafisi delle ossa lunghe[1].

Nomenclatura

Il termine "esostosi multipla osteocartilaginosa" è stato usato per sottolineare che le crescite sono composte principalmente da cartilagine durante l'infanzia e si ossificano quando viene raggiunta la maturità scheletrica. Negli Stati Uniti, i termini "esostosi" ed "esostosi multipla ereditaria" sono stati usati per indicare le crescite e il disturbo, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha selezionato la nomenclatura "osteocondromi" per le esostosi e "osteocondromi multipli" per il disturbo. Questi ultimi termini sono preferibili in quanto descrivono più precisamente l'origine cartilaginosa delle lesioni. Tuttavia, la terminologia "esostosi multipla ereditaria" è ancora frequentemente utilizzata come abbreviazione per questo disturbo[2].

Eziologia

L'HMO è una malattia genetica causata da un'anomalia nel genoma della persona che ne è affetta. I geni in cui sono localizzate le alterazioni, chiamati EXT1 ed EXT2, sono localizzati rispettivamente sui cromosomi 8 e 11. Le due proteine codificate dai geni sono chiamate esostosina 1(EST1) ed esostosina 2(EST2). Si tratta di proteine ad attività glicosiltransferasica coinvolte nella biosintesi dell’eparan-solfato. Le mutazioni sono più frequentemente riscontrabili in EXT1 che è localizzato sul cromosoma 8[3].

Modalità di ereditarietà

Il disturbo da osteosarcomi multipli ereditari è una malattia a trasmissione autosomica dominante, perciò il figlio di un individuo affetto ha il 50% di probabilità di sviluppare a sua volta la malattia.[4].

Presentazione clinica

Il numero di osteocondromi, il numero e la posizione delle ossa coinvolte e il grado di deformità possono variare. Gli osteocondromi crescono di dimensioni e gradualmente si ossificano durante lo sviluppo scheletrico e smettono di crescere con la maturità scheletrica, dopo di che non si sviluppano nuovi osteocondromi. La proporzione di individui con osteocondromi multipli ereditari con riscontri clinici aumenta da circa il 5% alla nascita al 96% all'età di 12 anni. L'età media al momento della diagnosi è di tre anni. Nell'età adulta, il 75% degli individui affetti presenta una deformità ossea clinicamente evidente. I maschi tendono ad essere più gravemente colpiti rispetto alle femmine[5].

Il numero di osteocondromi che si sviluppano in una persona colpita varia ampiamente anche all'interno delle famiglie stesse. Il coinvolgimento è solitamente simmetrico; le ossa più comunemente coinvolte sono il femore (30%), il radio e l'ulna (13%), la tibia (20%) e il perone (13%). In uno studio su 46 famiglie nello stato di Washington, il 39% degli individui aveva una deformità dell'avambraccio, il 10% aveva una disuguaglianza nella lunghezza degli arti, l'8% aveva una deformità angolare del ginocchio e il 2% presentava una deformità della caviglia. Le deformità angolari (curvature) dell'avambraccio e/o della caviglia sono le problematiche ortopediche più significative dal punto di vista clinico.[5]

Gli osteocondromi si presentano tipicamente sulle ossa lunghe e sulla superficie delle ossa piatte (bacino, scapola). Un osteocondroma può essere sessile o peduncolato. Gli osteocondromi sessili hanno un attaccamento ampio alla corteccia dell'osso. Le varianti peduncolate hanno un peduncolo derivante dalla corteccia che di solito è diretto lontano dalla piastra di crescita adiacente. La forma peduncolata ha maggiori probabilità di irritare i tessuti molli sovrastanti, come i tendini, e comprimere i nervi o vasi periferici.[5]

Complicanze

Nel caso in cui gli osteocondromi si sviluppino eccessivamente, l'osso coinvolto può crescere in modo anomalo ed incurvarsi, diventare asimmetrico o rimanere di dimensione inferiore alla norma. Questa crescita asimmetrica può determinare limitazioni o difficoltà nel compiere i movimenti. I muscoli e i tendini sovrastanti possono essere irritati, generando dolore e determinando deficit sensoriali o motori.[6] Nervi e vasi sanguigni possono essere spostati dal loro normale percorso anatomico, complicando i tentativi di rimozione chirurgica degli osteocondromi. Raramente, ampi osteocondromi pelvici possono portare ad una ostruzione urinaria o intestinale. La displasia dell'anca può derivare da osteocondromi del femore prossimale e da coxa valga.[5]

La complicazione più grave è la degenerazione di un osteocondroma benigno in un tumore maligno, chiamato condrosarcoma periferico. Questo avviene di solito durante l’età adulta quando la crescita scheletrica è cessata: i pazienti che sviluppano un condrosarcoma hanno in media tra i 30 ed i 50 anni d’età.[6] Siti come la pelvi, la scapola, le costole e la colonna vertebrale sono le sedi più comuni della degenerazione degli osteocondromi. L'incidenza riportata di degenerazione maligna a condrosarcoma, o meno comunemente ad altri sarcomi, è variata, in base a diversi studi, dallo 0,5% al 20%, con molti rapporti che favoriscono fortemente le stime più basse.[7]

Trattamento

Gli osteocondromi non richiedono terapia in assenza di problemi clinici.[8] Tutti i trattamenti sono principalmente mirati ad evitare i danni che la malattia può provocare al corretto sviluppo dell'apparato osteo-articolare.

Gli osteocondromi possono essere rimossi con interventi chirurgici. In alcuni casi, quando crescono in prossimità di nervi o tendini e questi ultimi sono compressi, per evitare il danneggiamento degli stessi, devono essere rimossi al più presto (anche durante il periodo di crescita del bambino).[9] Lesioni dolorose senza deformità ossea possono essere trattate con una semplice escissione chirurgica. La resezione chirurgica è anche il trattamento eseguito in caso di degenerazione sarcomatica.[10]

Note

  1. ^ Wuyts et al., p. 1.
  2. ^ Wuyts et al., p. 6.
  3. ^ Sacchetti / Milanesi,  p. 7;
    D'Agruma, p. 6
  4. ^ Wuyts et al., p. 9.
  5. ^ a b c d Wuyts et al., p. 4.
  6. ^ a b Sacchetti / Milanesi, p. 8.
  7. ^ Wuyts et al., p. 5.
  8. ^ Wuyts et al., p. 7.
  9. ^ Sacchetti / Milanesi, p. 9.
  10. ^ Wuyts et al., p. 8.

Bibliografia

  • (EN) Wim Wuyts, Gregory A Schmale, Howard A Chansky e Wendy H Raskind, Hereditary Multiple Osteochondromas, in Margaret P Adam, Holly H Ardinger, Roberta A Pagon e Stephanie E Wallace (a cura di), GeneReviews®, Seattle (WA), University of Washington, Seattle, 3 agosto 2000 (aggiornato 21 novembre 2013), ISSN 2372-0697 (WC · ACNP).
  • (EN) Tamer A. EL-Sobky, Shady Samir, Ahmed Naeem Atiyya, Shady Mahmoud, Ahmad S. Aly e Ramy Soliman, Current paediatric orthopaedic practice in hereditary multiple osteochondromas of the forearm: a systematic review, in Jacques Caton e Hatem Said (a cura di), Société internationale de chirurgie orthopédique et de traumatologie, issuing body, EDP Sciences, 29 dicembre 2017, ISSN 2426-8887 (Electronic), 2426-8887 (Linking) (WC · ACNP).
  • (EN) April Cook, Wendy Raskind, Susan Halloran Blanton, Richard M. Pauli, Ronald G. Gregg, Claire A. Francomano, Eric Puffenberger, Ernest U. Conrad, Gregory Schmale, Gerard Schellenberg, Ellen Wijsman, Jacqueline T. Hecht, Dan Wells e Michael J. Wagner, Genetic heterogeneity in families with hereditary multiple exostoses, in Bruce R. Korf, Sara B. Cullinan e Sarah Ratzel (a cura di), American Journal of Human Genetics, vol. 53, Elsevier, luglio 1993.
  • Raffaele Sacchetti e Annamaria Milanesi, Esostosi multipla ereditaria (PDF), su Acar - Associazione Conto alla Rovescia, pp. 1-11. URL consultato l'11 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2016).
  • Leonardo D’Agruma, LA GENETICA MEDICA DI SAN GIOVANNI ROTONDO AL SERVIZIO DELL’ASSOCIAZIONE A.C.A.R. ONLUS (PDF), su Acar - Associazione Conto alla Rovescia, pp. 1-14. URL consultato l'11 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2019).

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